è un uomo di 52 anni che a 17 in seguito ad un incidente sugli sci, dall’oggi al domani si risvegliò tetraplegico spastico e senza l’uso della parola.

Prima dell’incidente e grazie alla passione trasmessa dal padre era un vero patito della barca a vela che praticava regolarmente, ma non solo, essendo di famiglia benestante era anche un intrepido sempre pronto a lanciarsi in nuove avventure sportive. Da quell’incidente la sua vita non fù più la stessa; audacia, adrenalina e voglie sportive vennero represse da un corpo che non rispondeva più alla sua volontà; obbligato a vivere su una sedia a rotelle e ad un’assistenza continua anche per i gesti più basilari della vita, come soffiarsi il naso o nutrirsi, ma non perse mai la speranza di tornare a provare le sensazioni della barca a vela. Nel 2011 venne a trovarci, sua madre era disperata perché Claudio aveva saputo che marinando faceva vela per disabili, ma conscia delle sue difficoltà riteneva impossibile esistesse un modo che gli consentisse di tornare a veleggiare e nel timore di possibili pericoli, preferiva tenerlo al riparo.
L’unico movimento di cui ancora disponeva Claudio era dato dal suo braccio e mano destra, anche se decisamente limitato.
Abbiamo fatto alcune piccole modifiche alla seduta e alle prese del timone manuale e abbiamo provato. Oggi Claudio è sempre il primo ad iscriversi per la stagione estiva e ad ogni uscita, il suo entusiasmo pare essere quello dei suoi 27 anni.

Le storie di coloro che passano dalla normalità alla disabilità a seguito di un incidente hanno più o meno tutte lo stesso percorso e il mio non differisce molto da quello dell’amico Claudio.